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Viaggio Tra turismo e fede in Israele
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Viaggio Tra turismo e fede in Israele

Di Antonella Barillà30 Novembre 2019

6 giorni in Israele: Tel Aviv , Gerusalemme, Masada, Mar Morto, Nazareth e la Galilea.

La meta del viaggio d’autunno di quest’anno, mia e delle mie amiche a cui si è aggiunto mio marito, e’ Israele. Un viaggio desiderato e prenotato già dall’estate.

Noi abitiamo ad Aosta e la partenza il giorno 24 novembre da Orio al Serio, prevista alle 6,15, ci obbliga a cercare una soluzione alberghiera per evitare una partenza in piena notte già il 23.

Primo giorno.

turismo e fedeI controlli in aeroporto sono veloci e finalmente si parte. Il volo dura poco più di quattro ore e atterriamo all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv alle 11 circa. E’ davvero l’aeroporto più sicuro al mondo, ci sono diversi controlli, ma nulla di eccessivo e infine arriviamo da un’agente che ci chiede il motivo del viaggio e dove avremmo alloggiato in Israele, non ci mette timbri sul passaporto, ma ci consegna una targhetta con il timbro d’ingresso. Non ci resta che prendere la macchina che avevamo prenotato già dall’Italia. Con la nostra Picanto partiamo alla scoperta di Israele. Entriamo in Tel Aviv dove passeremo la giornata e la prima notte e ci dirigiamo verso l’albergo Bell Boutique poco distante dalla vecchia città di Jaffa. L’albergo e’ carino di fronte alla spiaggia. Le operazioni di registrazione sono un po’ lunghe e ne approfittiamo per fare due chiacchiere con uno dei portieri dell’albergo, innamorato della lingua italiana, che ci fornisce le prime indicazioni sulle cose da vedere in città, anche se io ho con me la mitica lonely planet “Israele e Territori palestinesi” che sarà la nostra guida in questo viaggio.

In Israele tutto costa tanto e la mia sensazione è che gli alberghi non corrispondano al nostro concetto di 3 o 4 stelle. La temperatura è molto piacevole, abbiamo lasciato la pioggia e il freddo ad Aosta, qui ritroviamo il sole. Il lungomare e’ bello, c’è poca gente in giro, l’aria profuma di mare. Tel Aviv e’ una città moderna, mi colpiscono i grattaceli e la sensazione di essere in un luogo “ in movimento”, la stessa sensazione che mi da in Italia Milano.

La nostra prima meta, considerati i morsi della fame, e’ il mercato Carmel che e’ un suk molto colorato pieno di chioschi dove abbondano i melograni e i dolciumi. Ci lasciamo ispirare e ci fermiamo a mangiare in uno dei ristorantini che si trovano lungo il mercato. Hummus, falafel, zucca, il piatto che ci viene portato abbonda di sapori e di colori, una delizia per il palato e per gli occhi.

Scopriamo che alle 16.00 e’ già buio e decidiamo di fare una passeggiata sul lungomare e di raggiungere la Rocca di Jaffa e ci perdiamo nella vecchia città’ con i suoi campanili e i suoi minareti, le botteghe di artisti e artigiani. Nell’antico porto si alza forte la voce del muezzin mentre noi cominciamo a “sentirci in vacanza”. Tel Aviv e’ conosciuta per la sua movida notturna, ma noi siamo esausti e torniamo in albergo dopo una cena veloce.

Secondo giorno

turismo e fedeSi parte per Gerusalemme. Ci impieghiamo un po’ ad uscire da Tel Aviv anche perché non riesco a ricaricare il telefono e non ho più la mia app “mappe” che mi guida. Avremmo potuto prenderci una sim locale per avere internet, ma decidiamo di affidarci alle cartine e all’istinto. Finalmente arriviamo e ci rechiamo subito in albergo per lasciare le nostre valigie. La posizione della nostra sistemazione e’ strategica, ma non mi sentirei di dire altro di un appartamento assolutamente funzionale, ma trascurato e un po’ sporco.

Cominciamo la nostra visita recandoci alla porta di Giaffa attraversando prima la via dello shopping di Mamilla piena di luci e di vetrine scintillanti.

Entriamo nella città vecchia dove convivono quattro diverse realtà che riconducono alle tre principali religioni monoteiste. Il quartiere più grande è quello arabo, percorrere i vicoli e’ come entrare in una Medina. Poi vi è’ il quartiere armeno, quello ebreo e quello Cristiano che si raggiunge attraversando la porta di Giaffa. Quello Cristiano e’ forse il quartiere più trafficato e brulicante di gente. Prima meta il “Muro del pianto”, ma prima ci ristoriamo con una spremuta di melograno e il nostro piatto di falafel e hummus in uno dei tanti chioschi lungo i vicoli.

Il “Muro del pianto” e’ il luogo più sacro per gli ebrei e’ ciò che rimane del secondo tempio distrutto dai romani al tempo della conquista. Il muro e’ diviso in due parti, una riservata alle donne, la più piccola e l’altra agli uomini. Grande affollamento anche qui. Tante donne ebree stanno sedute a recitare le loro preghiere. Mi ha colpito il loro copricapo molto particolare. Molti si accostano al muro e infilano dei bigliettini. Da “infedeli” lo abbiamo fatto anche noi. Sono andata a curiosare anche dalla parte maschile e mi hanno colpito gli ebrei ortodossi con il loro abbigliamento e i loro riccioli ai lati della testa. E’ stato interessante osservare il loro modo di pregare.

Dopo ci siamo avviati verso il Santo Sepolcro. In questo luogo si dice che avvenne la crocifissione, la sepoltura e la resurrezione di Gesù. E’ stracolmo di fedeli di tutte le nazionalità. Vi mettiamo in coda per visitare l’edicola. Ci passiamo due ore per poi sostare solo qualche minuto. Nella Chiesa delle chiese non è possibile fermarsi a meditare, e’ tutto tanto, troppo. All’uscita abbiamo percorso i vicoli del quartiere arabo, perdendoci a guardare i tantissimi negozietti di spezie e paccottiglie varie.

Anche questa giornata è stata intensa. Siamo tornati a casa a riposarci e poi ci siamo fermati fuori dalle mura e abbiamo “fatto gli italiani “ e dopo hummus e falafel abbiamo subito il richiamo di una pizza “ da Luciana”.

Naturalmente non era il massimo, ma gli israeliani devono apprezzare la nostra cucina, il locale infatti era stracolmo.

Terzo giorno

turismo e fedeCominciamo la visita attraversando il quartiere armeno molto curato e pieno di piccoli monasteri dove però non e’ possibile entrare. Volevamo recarci alla spianata delle moschee, ma siamo arrivati in ritardo e allora abbiamo attraversato “la via dolorosa”, il cammino della Via Crucis che Gesù percorse fino a raggiungere il monte Golgota dove venne crocifisso. Siamo partiti dalla Porta dei leoni e ci siamo fermati lungo le 9 stazioni che si trovano lungo la strada. Le ultime 5 si trovano all’interno del Santo Sepolcro.

Alle 12,30 e fino alle 13,30 c’era di nuovo la possibilità di visitare la spianata delle moschee . E’ un luogo sacro agli ebrei perché qui sorgevano il primo e il secondo tempio e ai mussulmani perché ospita due degli edifici più sacri per l’Islam: la Cupola della roccia e la Moschea Al Aqua. Ai non mussulmani non è consentito accedere a questi luoghi di culto e inoltre c’è un controllo accurato del “decoro”. All’ingresso nonostante avessimo dei casti pantaloni lunghi, gli agenti all’ingresso ci danno da indossare delle lunghe gonne nere.

Finita la visita decidiamo di recarci in un altro luogo simbolo: il monte degli ulivi. Prendiamo un pullman di linea il 275 alla porta di Erode e in poco tempo raggiungiamo questo luogo dove si trovano chiese importanti come quella del Pater noster, ma e’ un luogo sacro anche agli ebrei per la presenza di un cimitero in cui sono sepolti profeti e rabbini importanti. Naturalmente eravamo in preda ai morsi della fame e anche a causa di ciò ci siamo fatti abbindolare, come da stereotipo, da un furbo arabo che ci ha accolti nel suo locale, facendoci accedere ad una terrazza da cui si godeva di una vista straordinaria su Gerusalemme e dove ci siamo fermati a mangiare , nonostante il posto fosse al limite della decenza, pagando a caro prezzo il cibo consumato. Dopo la disavventura decidiamo di percorrere a piedi la strada per tornare in città e ci fermiamo all’orto del Getsemani dove venne arrestato Gesù e dove ci sono degli ulivi secolari da vedere assolutamente.

La sera ci regaliamo lo spettacolo si suoni e luci alla torre di David. Vale la spesa e si passa poco più di mezz’ora ad ammirare uno spettacolo superbo che ripercorre la storia di Israele.

Quarto giorno

In programma abbiamo Masada e il Mar morto. Il viaggio in macchina e’ piacevole, raggiungiamo Masada dopo circa un’ora. Prendiamo la funivia che ci porta in cima alle rovine del palazzo e fortezza di Erode. Fu il luogo dell’ultima resistenza ebraica contro i romani nel 73 d.C. e del suicidio di massa di 960 difensori. Riprendiamo la funivia e ci rechiamo nella zona termale di En Ghedi. E’ la nostra giornata relax, ci mettiamo il costume e andiamo nella spiaggia del Mar Morto. E’ il punto più basso della terra, 427 metri sotto il livello del mare. Non vediamo l’ora di provare a galleggiare nelle sue acque. Trascorriamo un pomeriggio piacevolissimo.

Quinto giorno

turismo e fedeOggi gita in Galilea sulle tracce di Gesù. In realtà è stata una giornata deludente. Abbiamo passato in macchina la maggior parte del tempo, il panorama, i paesi che abbiamo attraversato non ci hanno colpito particolarmente. Ci siamo fermati a Nazareth, un paese molto trafficato e inquinato, dove abbiamo visitato la grotta dell’annunciazione e la chiesa sovrastante dedicata a San Giuseppe. Abbiamo raggiunto il lago di Tiberiade, abbiamo rinunciato alla fine a raggiungere Cana ( il luogo del miracolo del pane e dei pesci) e Cafarnao ( luogo della predicazione di Gesù ).

Ultima sera a Gerusalemme, cena in un locale di cucina israeliana dove abbiamo gustato delle zuppe profumate di spezie e passeggiata tra le vie animate da giovani e piene di musica.

Sesto giorno

E’ tempo di ripartire. Colazione a Gerusalemme e si parte verso Tel Aviv. Lasciamo la macchina e si torna a casa.


Costi per 4 persone:

Aereo a/r Ryanair e noleggio auto           540,59

Albergo Orio al Serio                                    88,00

Parcheggio aeroporto                                  72,00

Albergo Tel Aviv                                           236,00

Albergo Gerusalemme                                591,00

Totale costi generali.                                1527,00    (381,89 euro a testa)

Sono fuori pasti, benzina e costo dei parcheggi che fanno salire il costo a circa 600 euro a testa


 

Approposito dell'autore
Antonella Barillà

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