Viaggio in Ecuador fai da te
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Siamo atterrati a Guayaquil dopo vari voli per l’Ecuador e da lì abbiamo iniziato il nostro viaggio in Ecuador in questo piccolo stato. Mentre visitiamo questa città piena di gente che passeggia su un lungomare bellissimo, con giardini, bar, ristoranti e centri commerciali, la presenza di poliziotti ogni 100 mt. e all’entrata anche del più banale negozio, ti ricorda che l’America Latina è sempre famosa per i suoi furti. Ma la città è piacevole e vicino al nostro albergo c’è il parque Bolivar dove vivono iguane terrestri lunghe anche un metro che vivono tranquillamente in mezzo a visitatori incuriositi. C’è poi Las Penas una scalinata di oltre 400 gradini con all’estremità piccoli negozi e bar tutti colorati. E’ stata di recente ristrutturata e la guida EDT 2001 non è aggiornata, quindi non perdetevi questa piacevolissima passeggiata. Con i mezzi pubblici abbiamo raggiunto la città di Cuenca.
Qualsiasi tragitto si faccia, dura sempre molto rispetto ai Km che si percorrono. Questo è dovuto al fatto che si continua a salire e scendere dagli altipiani godendo nel frattempo di panorami spettacolari e poi perché non esistono corse dirette tra una città e l’altra, quindi le fermate sono infinite. Come si parte la gente si fa il segno della croce, cosa per noi piuttosto insolita ma dopo pochi Km capiamo il perché. Gli autisti corrono come pazzi per stare davanti agli altri bus e caricare così più passeggeri, con la conseguenza di far vomitare i più deboli di stomaco ed è per questo che sul bracciolo di ogni sedile c’è sempre un sacchetto di plastica che alla fine della corsa non sempre viene sostituito ma spesso solo svuotato,uno spettacolo orribile!!! Sui bus c’è di tutto, animali, sacchi, ceste, venditori che pubblicizzano la loro merce con comizi infiniti ,giocolieri così veloci con le mani, che io tenevo stretto il mio marsupio anche se era sotto uno strato di quattro maglie.
Salgono ad una fermata e scendono a quella successiva venditori di gelati, noccioline, minestre, pollo fritto, pietanze non identificate, acqua, arance già sbucciate, canna da zucchero che poi succhiano e sputano, insomma anche solo stando sul pulman puoi conoscere usi e costumi e fare belle ma anche brutte esperienze, come quando ti distrai un attimo e subito ti accorgi che non c’è più il tuo zaino con la macchina digitale e metà delle foto del viaggio. Prima ti viene un infarto,poi fai la denuncia,poi odi l’intero paese, poi ti dici che non ne vale la pena star male dal nervoso e che il viaggio deve continuare, ma quando scatti una foto con la Super Fantastica macchina nuova da 30 dollari perché altro non c’è che valga la pena comprare, non puoi che darti ripetutamente del pirla…..ma è andata così. Ritorniamo a parlare di Cuenca dove siamo arrivati dopo cinque ore di viaggio. Dal caldo umido di Guayaquil si passa al freddo di questa città coloniale piena di viuzze e con una cattedrale stupenda.
Si può passeggiare sulle rive del fiume Tomebamba per vedere ancora le lavandaie che stendono sull’erba i panni per farli asciugare, è davvero una bella immagine. Da qui visitiamo tre tranquilli paesini, Gualaceo, Chordeleg e Sig Sig per vedere le donne che fanno a mano i famosi cappelli di Panama, le vedi lavorare anche mentre passeggiamo per strada. Da Cuenca ci spostiamo a Riobamba 2800 mt. dove parte il treno per la celebre Nariz del Diable. La partenza è al mattino alle sette ma in stazione bisogna andare alle sei per prendere posto sul tetto, dopo però aver noleggiato per un dollaro un cuscino, sarebbe impossibile senza. Quando partiamo fa un freddo cane ma poi esce il sole e il tragitto è bellissimo con la sua veduta sul Vulcano Chimborazo. A Riobamba inoltre c’è un mercato molto carino. Ripartiamo con destinazione Ambato dove ci attira il mercato non turistico più grande dell’Ecuador. La città sembra subito pericolosa e la sera non usciamo neanche per mangiare. Gli alberghi sono praticamente blindati, come del resto a Quito e Guayaquil. Il mercato si rivela molto singolare, c’è tantissima gente intenta alla vita quotidiana, questa è una delle cose più vere che abbiamo visto, ricorderemo per sempre i loro volti e i loro costumi.
Come di norma però ci sono molti borseggiatori e a me tagliano una borsa con dentro gli ultimi acquisti. Non trovano niente da rubare ma non puoi non pensare di aver avuto qualcuno con un coltello alle tue spalle. E’ la volta di Tena dove alloggiamo all’ Hostal Travellers e prenotiamo per la mattina successiva un tour di quattro giorni nella foresta Amazzonica. Partiamo al mattino presto e ci si spinge verso l’interno per arrivare in un piccolo villaggio ospiti di una famiglia. Facciamo gite per conoscere piante medicinali e fiori, scaliamo cascate e facciamo rafting con le camere d’aria. Ma ci riposiamo anche sulle amaca e la sera si va a letto presto perché non c’è la corrente e alle sette c’è buio pesto.
I bungalow sono molto spartani ma la famiglia è gentile e c’è una pace infinita. Dopo due giorni ci si spostiamo a Shangrilla, alloggiamo sempre in bungalow spartani ma con qualche confort in più. La vista sulla foresta ci lascia senza fiato e ci chiedi: “ Ma davvero sono arrivati fin qui??!! “ Le giornate trascorrono tra passeggiate e relax. La cosa più bella è stata la visita a una comunità indipendente dove abbiamo potuto conoscere il capo villaggio che è anche lo Sciamano. Ci ha mostrato tutte le sue erbe, alcune sono anche droghe, ci parla di come cura la sua gente, di cosa mangiano e come si costruiscono ciò che serve loro per vivere, dallo spago fatto con il tronco di una pianta, al repellente per le zanzare, ai piatti fatti con foglie gigante. E’ incredibile come si aguzza l’ingegno se non hai il supermercato sotto casa. Abbiamo lasciato quaderni, penne, sapone e altri generi di prima necessità e la cosa è stata gradita. Bella esperienza!!! Ci rimettiamo in viaggio con meta Otavalo. Finalmente una città tranquilla.
Ci sono molti viaggiatori qui, sicuramente per via del grande mercato turistico, che nei mesi di luglio e agosto c’è tutti i giorni. Compriamo molte cose anche se siamo già carichi, ma è impossibile resistere. E’ l’ora di Quito. La capitale offre molte cose da vedere, chiese, musei, piazze e c’è una zona turistica bellissima, ma è presidiata da poliziotti con i cani e anche se grazie a loro sai di essere in un certo senso protetto non puoi fare a meno di pensare che non è un posto tranquillo. In ogni caso è stato un bel viaggio. La gente è socievole ed è sempre pronta a simpatizzare con te, mai hanno provato a imbrogliarci e mai siamo stati infastiditi per una mancia o per acquistare i loro prodotti, cosa che in altri paesi ti porta all’esasperazione. La vita però è cara, per noi quanto per loro, causa della moneta locale ora il dollaro americano e il servizio che ricevi non sempre è all’altezza di quello che paghi.